Fisco e rappresentanze diplomatiche estere: l’Agenzia delle Entrate milanese fa marcia indietro e annulla due avvisi di accertamento a un funzionario del Consolato brasiliano

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Prosegue il braccio di ferro tra l’Agenzia delle Entrate e i dipendenti delle ambasciate e dei consolati esteri nel nostro Paese sul tema dell’esenzione delle imposte dei redditi percepiti nello svolgimento delle proprie funzioni. Lo studio fiscale e tributario milanese Orsini Tax Legal, fin dall’inizio di questa vicenda accanto ai lavoratori destinatari degli avvisi di accertamento, ha ottenuto dalla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Lombardia la conferma della vittoria ottenuta in primo grado da un funzionario del Consolato del Brasile. Il contribuente era stato colpito da un avviso di accertamento per l’anno 2013 ritualmente impugnato e la Corte di Giustizia di primo grado di Milano aveva accolto tutte le eccezioni del ricorrente. L’Agenzia delle Entrate ha impugnato la sentenza e inviato due nuovi avvisi di accertamento, rispettivamente per il 2014 e il 2015. Immediata la costituzione in giudizio del lavoratore, che ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado e impugnato gli ulteriori avvisi pervenuti, per i quali ha ottenuto una nuova sentenza favorevole. L’Agenzia delle Entrate, però, non si è arresa, e ha presentato un nuovo ricorso contro le due sentenze, risultando pendenti in secondo grado ben tre giudizi. Lo scorso maggio, la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado ha confermato, per l’annualità 2013, la sentenza di primo grado favorevole al dipendente con il seguente verdetto:
“L’appello è infondato. … Con riferimento, innanzitutto, alla Convenzione di Vienna, si osserva che essa rappresenta una fonte normativa speciale che deroga alla disciplina nazionale in tema di tassazione delle persone fisiche”.
La sentenza è diventata definitiva e l’Agenzia delle Entrate, a fronte della pronuncia dell’organismo giuridico tributario, con un provvedimento di autotutela ha annullato gli avvisi di accertamento per il 2014 e 2015, chiedendo la cessazione del contendere con la seguente motivazione:
“L’Ufficio, in considerazione della pronuncia sfavorevole intervenuta in secondo grado nel contenzioso relativo all’accertamento emesso per l’anno 2013, riesaminata la fattispecie, ha ritenuto di annullare l’avviso di accertamento n. …. con provvedimento di autotutela totale”.
Orsini Tax Legal, inoltre, ha ottenuto l’annullamento totale degli avvisi di accertamento in fase di reclamo–mediazione per i dipendenti di un altro consolato estero con sede nella nostra città. E questo lascia ben sperare che lo specifico articolo della Convenzione di Vienna, il numero 49, venga definitivamente applicato ai lavoratori delle rappresentanze estere in Italia.

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