Davide Lopez: “Milano è ricca di storie da raccontare e di opportunità per i giovani. Però va vissuta a piccole dosi e a debita distanza”

Quest’anno compirà ventotto primavere e avendone abbondantemente più del doppio, il sottoscritto prova una sana e affettuosa invidia nei suoi confronti. Per la sua carica di energia, per la voglia e la straordinaria passione che mette in quello che fa, invece, si può soltanto (si fa per dire) provare grande ammirazione e nutrire la speranza che la maggior parte dei ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro siano fatti di questa pasta. Davide Lopez è un baldo giovane milanese, attratto, fin da bambino, dalle storie cinematografiche e dai fumetti. Seguendo il suo istinto creativo, si diploma al Liceo Artistico (indirizzo Grafico-Pubblicitario) e successivamente si laurea presso l’Accademia europea delle Belle Arti e dei Media (ACME) della nostra città. Oggi lavora come illustratore freelance su diversi progetti artistici, principalmente di carattere editoriale, cinematografico, teatrale e musicale. “Finora ho realizzato contenuti che coniugano competenze prettamente grafiche a illustrazioni digitali, principalmente di carattere realistico”, esordisce Davide, raccontandosi professionalmente. “Ho preso parte a diversi progetti editoriali, aziendali e privati. Mi sono occupato, nello specifico, della creazione di materiale grafico come loghi, brochure, volantini e illustrazioni per la diffusione pubblicitaria di alcuni progetti cinematografici, teatrali e musicali. Ho illustrato anche diverse copertine di libri (alcune di queste per le case editrici Bookabook, People e Future Fiction) e ho scritto, ideato e realizzato storie a fumetti, tra cui uno spin-off della serie “The Walking Dead”, ambientato proprio qui a Milano”.

Davide Lopez, 28 anni, illustratore e grafico milanese, con uno dei suoi fumetti, realizzato proprio nella nostra città

Vivendo e lavorando nella nostra città sei dunque una persona adatta a tracciarne un profilo. Com’è cambiata e come sta cambiando Milano, secondo Te?

“Per come la vedo io, Milano è sempre in continuo cambiamento. Ricordo che mio padre, quasi tutte le domeniche, dopo pranzo, proponeva di fare una passeggiata per le vie e i quartieri della città: una volta sui Navigli, un’altra a City Life, un’altra ancora a Brera e via dicendo. E così ho appreso da lui la curiosità nel voler vedere sempre posti diversi e farmi un’idea completa delle cose. Credo che il suolo milanese negli anni sia cambiato molto. Quando mi recavo all’Accademia, attraversavo sempre Corso Como, una zona per me affascinante e con una forte energia positiva, che purtroppo oggi ha perso completamente, trasformandosi in una delle zone peggiori dove poter passeggiare. Viviamo tempi duri, sicuramente complici degli aspetti di questa città che sono peggiorati. Rispetto a quand’ero più piccolo, quindi, penso che Milano sia cambiata in peggio, ma stiamo parlando di un posto caotico e come dicevo prima molto mutevole. Non mi stupirei più di tanto, se ricambiasse già domani le regole del suo portamento”…

Tu lavori nel mondo dell’illustrazione e della grafica. Qual è, a tuo avviso, la situazione attuale, riguardo ai tuoi settori professionali qui da noi? E quali contributi ha portato lo sviluppo della Rete e dei Social Network?

“Attualmente, il ruolo del creativo vive una situazione che definirei senz’altro complicata. Se da un lato c’è una forte crisi editoriale, con l’aumento dei costi della carta, dall’altro l’ascesa dell’Intelligenza Artificiale, che minaccia senza alcuna pietà di sostituire i disegnatori in carne ed ossa con i suoi programmi già pronti all’uso. Io che amo progettare e disegnare copertine di libri ne risento parecchio, in quanto riuscire a collaborare con le case editrici diventa sempre più proibitivo e difficoltoso, grazie anche alla scelta, per alcune di queste, di abbracciare proprio l’Intelligenza Artificiale e tagliando, così, le gambe a molti creativi. Non è facile, dunque, essere oggi un illustratore, a Milano come penso altrove. Personalmente, credo che ci vogliano coraggio, pazienza, determinazione e tanta consapevolezza del periodo che stiamo vivendo. Dobbiamo ricordarci che chi fa questo mestiere ha l’esigenza di creare; questo è ciò che conta più di qualsiasi altra cosa, poter continuare a disegnare saziando l’impulso che abbiamo di raccontare attraverso le immagini. E poi certo, come ogni cambiamento tecnologico, anche l’avvento dei Social Network ha i suoi lati positivi e negativi. Attraverso questi è molto più semplice crearsi una vetrina e spingere pubblicamente sulla divulgazione dei propri materiali. Io, poi, nello specifico, partecipo a moltissimi contest, concorsi o eventi nazionali e internazionali, che sono semplici da trovare nella Rete. Comodamente, da casa nostra, possiamo arrivare geograficamente ovunque e raggiungere chiunque. Tuttavia, continuo a pensare che l’approccio migliore sia quello di mostrarsi fisicamente alle persone con cui vorremmo stabilire un rapporto professionale creativo. Ricordo che un mio professore mi definì “ragazzo bohémien” (e sorride). Penso che ci azzeccò parecchio, definendomi in quel modo, perché sono sicuramente un ragazzo al passo con la tecnologia, ma conservo uno spirito che è figlio di altri tempi”…

Un’altra bella immagine di Davide Lopez. Il giovane creativo si è laureato all’Accademia Europea delle Belle Arti e dei Media

Visto il tuo lavoro e l’esperienza maturata fin qui, credi che Milano sia una città che ha molte storie da raccontare? In passato lo è stata sicuramente, lo dico per esperienza personale. E adesso?

“Milano è e sarà sempre una città ricca di storie. Il via vai cittadino che abbiamo è sorprendente. Ci sono persone di ogni età, cultura e religione, provenienti da qualsiasi zona del pianeta. Tutto questo rende sicuramente dinamico e interessante l’ambiente, come del resto porta anche caos e disagi. Si tratta come sempre di pro e contro, ma nel complesso la nostra città rimane ancora oggi un luogo di opportunità ed esperienze, anche per chi viene da fuori. Considera, caro Ermanno, che molti dei contatti che ho maturato finora vengono da uno scambio diretto che ho avuto con ognuno di questi. Ciascuno racconta la propria esperienza, il proprio lavoro e i propri interessi e spesso da queste premesse nascono rapporti professionali, collaborazioni o unioni tra persone che hanno aspirazioni analoghe. Negli anni ho sviluppato diversi progetti (locandine teatrali, copertine di libri o album musicali) nati perlopiù da una semplice chiacchierata al bar in compagnia, da cui è emersa la persona, la passione e l’entusiasmo verso quello che amiamo fare. Nel mio caso, occuparmi di arte”.

Oggi Milano, secondo un’opinione diffusa, è la migliore città italiana in cui vivere per i giovani, sotto diversi punti di vista. Tu cosa ne pensi?

“Ho sviluppato un mio personalissimo pensiero al riguardo, che va un po’ controcorrente. Trovo che Milano sia attraente e bella se vissuta a piccole dosi. I miei genitori, entrambi milanesi, decisero di spostarsi in Brianza per sopperire alla troppa frenesia che la città gli aveva riservato fino a quel momento. Crescendo, mi sono reso conto proprio di questo. Io, amante della natura e della tranquillità, trovo Milano perfetta quando si vuole ricercare situazioni caotiche e divertenti, ma altresì soffocante e stressante per la quantità di macchine, persone e frenesie generali. Capisco, però, che per un giovane proveniente da posti lontani e magari da altre realtà Milano può apparire entusiasmante. Alla fine, ognuno di noi, con le proprie esperienze e attitudini, trova la sua personale visione di questa magnifica e incasinata città”.

Milano è a tutti gli effetti una città universitaria, a livello internazionale. Basti pensare che qui studiano circa 250mila ragazzi, un numero davvero impressionante. L’attrattività della nostra città, secondo me, si sostanzia non solo nella qualità dell’offerta formativa, ma soprattutto nell’idea ormai radicata che qui si possano sviluppare, in seguito, percorsi lavorativi e professionali purtroppo a volte preclusi ai ragazzi che vivono in altre parti del Paese e del mondo. Qual è la tua opinione?

“Milano, come ho detto, è un pozzo di pro e contro. È assolutamente oggettivo che in Italia nessun’altra città abbia un simile respiro europeo. L’ambiente universitario è molto attivo ed entusiasmante per gli studenti, ma credo che poi dipenda da come decidiamo di vivere certe esperienze”.

Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)