Ornella Colli: “La nostra città è veramente meritocratica, molto accogliente e sempre in divenire. Offre assistenza, lavoro e crescita, senza distinzioni di sorta”

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Ci siamo conosciuti a una presentazione di “LA MIA CAMPAGNA DI RUSSIA – CSIR e ARMIR – SCRITTO DAL 1941 al 1943”, il testo di cui quest’anno ha curato la pubblicazione, edito da Tralerighe Libri. E siccome la simpatia è stata reciproca, abbiamo deciso di chiacchierare amabilmente anche su queste pagine, raccontando un po’ di lei e come sempre della nostra città. Ornella Colli, classe 1974 (ormai l’età delle donne non è più un segreto e rivelarla nemmeno un atto di scortesia maschile), milanese, sposata e madre di due figli, una laurea in Storia, con indirizzo Medievale e con il massimo dei voti (“la mia grande passione”, afferma), si occupa di risorse umane per una multinazionale olandese, leader dello specifico settore. “Questa per me è stata una sfida”, racconta. “Vista la complessità del mondo accademico e della ricerca e desiderando costruirmi un percorso professionale e familiare, mi sono impegnata fin da subito in questo ambito professionale, in contrasto con il luogo comune che vede i laureati in materie umanistiche in difficoltà nella ricerca di un lavoro. In questi anni, però, non ho mai abbandonato la ricerca storica, collaborando attivamente ad alcuni progetti, tra i quali il recupero e la riqualificazione di una cascina nel-la zona Sud di Milano e ricoprendo anche l’attività di vicepresidente del relativo Comitato. Il libro che ho curato è la trascrizione del diario scritto durante la campagna da mio nonno, Pietro Colli, nato a Cilavegna, in provincia di Pavia, nel 1912. È stato presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino, ha vinto il Premio letterario di Storia Contemporanea “Tralerighe Storia 2023” (sezione diari e memorie) ed è stato inserito all’interno del Catalogo Unico Pavese”.

Siamo da sempre una città generalmente aperta e accogliente. Come ci comportiamo con i cittadini stranieri dei Paesi in guerra nel mondo? Non soltanto con i profughi, ma anche con quelli che non sono in fuga…

“Milano è molto accogliente e sempre in divenire. È una città che offre opportunità di assistenza, ma soprattutto di lavoro e crescita, senza distinzioni di sorta”.

Ornella Colli con la pubblicazione che ha curato quest’anno per Tralerighe Libri.

Dall’Expo in poi (escluso il periodo della pandemia) la nostra città è oggettivamente cambiata: è migliorata ulteriormente l’offerta culturale ed è letteralmente esplosa quella turistica. Per contro, a mio avviso, è peggiorato il tessuto sociale: complice anche una crisi economica che continua a mordere risulta schiacciato verso il basso. Che ne pensi?

“Effettivamente, la crisi economica e le crescenti difficoltà sono palpabili. Dal punto di vista culturale, però, Milano offre numerosi appuntamenti adattabili ai più diversi portafogli. Penso, ad esempio, alle iniziative gratuite offerte dal mondo delle biblioteche o agli eventi di piazza. La pandemia ha probabilmente aiutato a riscoprire la vita di quartiere”.

La sensazione, almeno per quanto mi riguarda, è che oggi la nostra città sia spaccata in due: da una parte la Milano storica e romantica che non c’è più, fatta di ricordi e nostalgie più o meno comprensibili, dall’altra, invece, la nuova Milano di City Life, dei grattacieli delle grandi archistar e di Piazza Gae Aulenti, per intenderci. È possibile, a Tuo parere, coniugare tradizione e modernità?

“La grande capacità di Milano, secondo me, è proprio quella di riuscire a coniugare questi due aspetti, storia e modernità, apparentemente in contrasto tra loro. L’importante è riuscire a salvaguardare questi due volti della stessa maschera. Penso al riutilizzo del Palazzo delle Stelline, simbolo della Fiera ad inizio Novecento, e che durante la pandemia ha rappresentato uno degli Hub più importanti per la somministrazione del vaccino. Un altro esempio è il Castello Sforzesco, sede di attività museali, ma anche di attività destinate ai più piccoli”.

Un’ultima domanda, Ornella. Ritieni Milano una città a misura di donna? Ambiti come la cultura, la sicurezza e il lavoro privilegiano la condizione femminile?

“Io sono nata e cresciuta qui e non ho mai incontrato difficoltà legate al fatto di essere donna e in seguito mamma di una ragazza e di un ragazzo. È quando mi confronto con realtà lontane dalla nostra città e dal suo carattere internazionale e multiculturale, caro Ermanno, che riscontro, piuttosto, le molte difficoltà legate al genere. Milano offre pari opportunità ed è una città veramente meritocratica”.

Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)