Al Centro Culturale l’arte di Luo Qi e Giovanni Cerri, un linguaggio universale che unisce l’Oriente e l’Occidente

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L’arte come linguaggio universale, ponte interculturale tra Occidente e Oriente, strumento privilegiato di dialogo fra culture differenti. “Memory of History”, il progetto espositivo biennale ideato dagli artisti Luo Qi e Giovanni Cerri, sarà al Centro Culturale di Largo Corsia dei Servi al civico 4 dal 25 maggio al 16 giugno prossimi. Le 24 opere esposte, oltre a sottendere il valore comune ai due artisti di “sentire” il richiamo dell’arte del passato come indispensabile premessa all’espressione contemporanea, mettono a confronto due stili e due linguaggi espressivi molto diversi fra loro, tenuti tuttavia insieme dalla consapevolezza comune che il linguaggio dell’arte ha una forza inclusiva assoluta e straordinaria, capace di azzerare distanze culturali e sociali. Luo Qi, nato ad Hangzhou, nella provincia cinese di Zhejiang, nel 1960, offre una riflessione visiva sull’eredità dell’immagine medievale e sulla sua reinterpretazione contemporanea, che rinnova quel tipo di patrimonio iconografico e lo riporta alla luce con nuovi tratti, nuove luci e nuove tonalità. Nelle sue opere non traspare solo un’analisi dell’immagine medievale, ma una conoscenza del linguaggio dei gesti, dei simboli, dei colori. L’approccio di Luo Qi, che riconosce al Medioevo una grande ricchezza di contenuti, non è storico, ma iconografico: questo permette all’artista di rivisitarlo esaltandone la ricchezza delle immagini e ricreando un suo “personale Medioevo”. Giovanni Cerri, artista milanese classe 1969, rivisita il paesaggio urbano (sia quello riferito ad architetture di carattere storico, sia quello periferico, più “anonimo”) con l’aggiunta della tematica urgente e “mondiale” dell’emergenza climatica. Luoghi che ci appaiono sotto una nuova luce, decisamente inquietante nella sua caratterizzazione di un ambiente post-umano. Luo Qi prende i suoi indizi visivi dalle immagini contenute nei manoscritti medievali e le rende sue portandole fuori contesto, ingrandendole, ricolorandole, reinterpretandole. Giovanni Cerri ci offre invece una visione drammatica del paesaggio del futuro, tuttavia molto prevedibile sulla base di quello che sta accadendo al nostro pianeta per mano dell’uomo. In queste sue nuove opere le tendenze del presente sono percepite dall’artista come altamente negative; le tinte desolate e le pennellate che lasciano colare il colore sulla tela sono gli “avvertimenti” pittorici di quello che il cambiamento climatico sta producendo sotto gli occhi di tutti noi. Nelle scelte dei soggetti, nei metodi di esecuzione e dello stile, Luo Qi e Giovanni Cerri sono decisamente lontani. Eppure, proprio nel mettere a confronto diversità così marcate a livello espressivo e visivo si scopre la forza dell’arte, capace sempre e comunque di dialogare, superando ogni confine.

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