ADI Design Museum, lo spazio culturale cittadino dove le scatole contengono meraviglie

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Dopo un ritardo di quasi un anno, causato dalle restrizioni imposte dalla pandemia, il 25 maggio 2021 ha finalmente aperto a Milano l’ADI Design Museum, uno dei più grandi musei d’Europa dedicato al design: cinquemila metri quadrati di spazio espositivo, che accolgono tutti i pezzi vincitori del Premio Compasso d’Oro, con entrata da Via Ceresio al civico 7 o da Via Bramante al civico 42. Per accedervi è bene ricordare che il 9 settembre 2020 è stata battezzata “Piazza Compasso d’Oro” la piazza verde ad uso pubblico tra via Ceresio e piazzale Cimitero Monumentale, realizzata proprio nell’ambito dei lavori per la nuova sede dell’ADI (Associazione per il Disegno Industriale) e della sua Fondazione, che ha in dotazione la storica collezione del Compasso d’Oro. ADI Design Museum è un’esposizione narrante e generativa, un luogo di racconto e valorizzazione del design italiano, ma anche uno spazio di approfondimenti, proposti al pubblico in un’innovativa ottica multitemporale, un contenitore aperto allo scambio, capace di parlare alla numerosissima community del design, e grazie al taglio divulgativo anche ai non esperti del settore. Lo scopo dell’Associazione per il Disegno Industriale e della sua Fondazione, grazie alla cui attività e visione è stato realizzato un luogo così importante, era proprio quello di costruire una realtà inclusiva, non celebrativa, capace di offrire un’esperienza di visita più coinvolgente possibile, ma soprattutto “in progress”, fotografando il senso della modernità grazie al continuo aggiornamento dei pezzi della Collezione Compasso d’Oro, che avviene ogni due anni. Il Premio Compasso d’Oro ADI è nato infatti nel 1954 da un’idea di Gio Ponti. Nel 1958 è stato affidato all’Associazione per il Disegno Industriale, che da allora ne cura l’organizzazione e gestisce la collezione storica tramite la propria Fondazione, istituita nel 2001. Collezione che ora è confluita nel nuovo ADI Design Museum. La Collezione permanente (a ogni edizione nuove acquisizioni si aggiungono ai pezzi storici, oltre duemila oggetti premiati fin dal 1954, che si dischiudono da tante scatole delle meraviglie) è infatti l’asse portante di un impianto narrativo in continuo divenire e generativo di mostre temporanee di approfondimento e iniziative trasversali di grande impatto divulgativo. Un centro culturale all’insegna della contemporaneità e della ricerca, che mira a svolgere un ruolo attivo all’interno della rete museale e culturale a livello globale. Un luogo capace anche di uscire dai confini tradizionali dei musei e aprirsi alla complessità di una realtà globalizzata in tutte le sue manifestazioni, stabilendo contatti tra il mondo del design e quello della moda, dell’architettura, della scienza, della tecnologia e della creatività in generale, ma anche del sistema produttivo. L’ex area industriale tra via Ceresio e via Bramante ha quindi concluso con successo l’allestimento delle tre navate dello spazio anni ’30, che fu deposito di tram a cavallo e impianto di distribuzione di energia elettrica. Il museo è collocato al centro di una zona strategica della città, nei pressi del quartiere Paolo Sarpi, la “Chinatown milanese”, da sempre polo multiculturale in grande fermento. Un’area totalmente riqualificata e in parte pedonalizzata, che è diventata punto di riferimento meneghino, sia per l’offerta dei locali di cucina orientale che per lo street food. E intorno il polo culturale, delimitato dalla Fabbrica del Vapore, lo spazio del Comune di Milano gestito dall’area giovani e Fondazione Feltrinelli, centro di documentazione e ricerca, disegnata da Herzog & De Meuron.

Stefania Chines

(Immagine di Martina Bonetti)