Parma: la capitale della Food Valley condivide con il capoluogo lombardo il patriottismo, l’ambizione, la cultura e la gioia di vivere

Milano e gli altriNews

Written by:

Milano e Parma, nonostante si trovino a una distanza relativamente contenuta (110 chilometri), non hanno mai condiviso grandi eventi storici, al di là del breve dominio visconteo sulla città emiliana nel 1400. Ancora oggi, già a prima vista, sembrano profondamente diverse; a Parma, per esempio, non esistono le case di ringhiera, il cibo tipico (così rinomato da aver dato vita, appunto, alla Food Valley) non annovera cotolette o risotti, ma eccellenze varie nel campo dei formaggi e dei salumi e le dimensioni contenute della città emiliana la rendono una possibile isola felice al confronto del “caos inquinato” con cui i detrattori amano bollare Milano. Eppure, le due città condividono tanto, al di là del clima poco salubre della Pianura Padana.

IL PATRIOTTISMO CITTADINO

Sia a Milano che a Parma il cittadino medio è estremamente orgoglioso di essere milanese o parmigiano, ma sopporta a malapena di essere definito lombardo o emiliano. Se a Milano la cosa può derivare anche dalla variegata composizione etnica (diciamo così) del milanese, a Parma si deve principalmente al campanilismo, per il quale le città vicine sono “nemiche”, in particolar modo Reggio Emilia. Per assurdo, è meglio chiamare i parmigiani emiliano-romagnoli che emiliani. Un altro punto di contatto delle due città è la fedeltà un po’ troppo incondizionata al Sistema Italia, del quale si sentono entrambe rappresentanti di spicco.

L’AMBIZIONE

Milano, si sa, grazie anche al suo PIL pro capite, che in alcune zone è assolutamente “monstre”, ogni tanto rialza la testa e punta a realizzarsi autonomamente. Parma, invece, non ha mai abbandonato le sue ambizioni e la gente continua a vivere come se abitasse nella piccola capitale che la città effettivamente fu per svariati secoli. Dopo l’Expo del 2015, Milano avrà una seconda grandissima chance con le Olimpiadi invernali del 2026, che organizzerà insieme a Cortina. Parma, in attesa di ripensare un giorno al progetto di metropolitana leggera cassato nei primi anni Duemila, cerca al momento una nuova linfa vitale dal rilancio dell’aeroporto, in concomitanza con la ripartenza del turismo, che potrebbe portare in città molti appassionati di cibo e arte.

Una bella immagine del Duomo di Milano con i cinque cerchi olimpici. Insieme a Cortina, il capoluogo lombardo organizzerà le Olimpiadi Invernali del 2026

LA JOIE DE VIVRE

Nonostante la frenesia della città, il milanese non è il tokyota, che si dedica unicamente al lavoro. A Milano gli impegni sono tanti, ma sempre vissuti con abnegazione e un senso pratico alla base, che sa quando staccare la spina e dedicarsi all’attività preferita: il rito dell’aperitivo, quando per un’ora e mezza l’unico imperativo è godersi la vita. Parma in questo è regina e da almeno una ventina d’anni ha sviluppato una vita notturna vivace, che si concentra a sua volta, come a Milano, nell’orario post-lavorativo. Qui, però, le dimensioni ridotte della città consentono ai parmigiani di poter iniziare a rilassarsi prima e finire più tardi. un tempo le strade del centro erano un’unica folla in piedi e forse a breve rivedremo i parmigiani occupare in massa via Farini.

Per quanto gli stili di vita siano diversi, sia a Milano che a Parma il rito dell’aperitivo è un momento irrinunciabile, alla fine di una giornata lavorativa

IL SENSO DELLA CULTURA

Per Milano, città di quasi un milione e 400.000 abitanti, è un obbligo proporre attività culturali di un certo spessore. L’offerta di Parma, invece, riflette una mentalità che si sta nuovamente orientando, dopo qualche anno buio, a proseguire le grandi tradizioni della città, riguardanti principalmente il mondo della lirica. La figura di Giuseppe Verdi è molto popolare in città, così come lo sono le sue opere. E il Teatro Regio prova a essere una piccola Scala, mentre altrove, in città, il patrimonio artistico trova nuova linfa da esposizioni temporanee e sempre nuove attrazioni museali, come succede da anni a Milano con il Mudec e la Fondazione Prada.

Insomma, modelli diversi, ma anche simili, che hanno davanti a loro ancora tante sfide…

Lorenzo Zucchi

(Immagini tratte dal web)