La “Milano Meravigliosa” di Bonvesin de la Riva. Tra guerre di quartiere, morti ammazzati, commerci fiorenti e rinascite periodiche

Milano è una città “Meravigliosa”? Lo diceva molto tempo fa anche un grande personaggio della nostra cultura milanese.

Bonvesin de la Riva: chiamato così dal quartiere di Milano, la ripa di Porta Ticinese, dove abitava e insegnava. Nato nella seconda metà del Duecento, maestro di grammatica a Legnano.

L’OPERA

Protagonista assoluta è la Milano duecentesca.

Primi quattro capitoli dedicati alla natura fisica di Milano, gli altri quattro alle virtù dei milanesi.

Mentre a Milano ci sono lotte furibonde, uomini in gabbia, squartati e impiccati, Bonvesin ci parla di mulini, pesca dei gamberi, commercio della lana, della vita dei chirurghi, pescatori, trombettieri, copisti, macellai, fabbri.

“Alcuni però stranamente affermano che (Milano) prese il nome di Mediolanum da un porco, che vi fu trovato con il dorso coperto in mezzo di lana”.

“Dentro la città … in ogni casa appena decorosa vi è quasi sempre una fonte di acqua viva, che viene chiamata pozzo”. (si contavano 6.000 fonti)

“Oso apertamente proclamare che il valore delle abbondanti e preziose acque di Milano è superiore a tutto il vino e l’acqua messi insieme di certe altre città.”

ALCUNI NUMERI DELLA CITTA’ DI MILANO NEL DUECENTO

Le porte principali della città: 6
Porte secondarie: 10
Chiese entro le mura: 200 – altari: 480
Campanili: circa 120 – campane: più di 200
Cenobi (monasteri): 6 di monaci e 8 di monache
Ospedali per i malati poveri: 10
Religiosi che vivono in città: più di 10.000
Abitanti complessivi: più di 700.000
Parrocchie: 115
Notai: più di 1.500
Servitori: 600
Trombettieri: 6
Periti medici: 28
Chirurghi: più di 150
Professori di grammatica: 8
Dottori espertissimi: 14
Maestri elementari: più di 70
Copisti: 40
Forni: 300
Bottegai: più di 1.000
Macellai: più di 440
Albergatori: 150
I fabbricanti di campanelle appese al collo dei cavalli: 30
Tombe di pietra: più di 2.000

Nel territorio ambrosiano si producevano in abbondanza: segale, grano, miglio, panico, prugne, pesche, noci, nocciole.

Le noci venivano triturate e impastate con le uova e cacio e pepe, facendone un ripieno per le carni nella stagione invernale.

Le castagne venivano spesso lessate senza guscio e mangiate con i cucchiai; spesso sostituivano il pane.

Le bacche di lauro con il vino caldo erano un rimedio contro i dolori al ventre.

Nel contado di Milano, ogni anno, si riempivano più di 200.000 carri di fieno e più si 600.000 carri di vino, nelle annate buone.

La città di Milano per sei volte fu conquistata con la forza e distrutta.

Fu sede di molti imperatori come Nerva, Traiano, Adriano, Massimiano.

“A questo punto si noti che sei sono le particolarità per le quali Milano è superiore in modo particolare, così sembra, a ogni città. Primo, per l’abbondanza di buone acque. Secondo, per l’abbondanza e l’onestà dei religiosi. Terzo, per l’alto numero dei sapienti nel collegio dei giurisperiti. Quarto, per il particolare rito divino distinto da ogni rito ecclesiastico delle altre città cristiane; e anche per il carnevale. Quinto, per la dignità del suo episcopato. Sesto, per la fedeltà incomparabile che essa, come si può valutare dalla descrizione delle sue gesta, ha costantemente osservato nei confronti della Chiesa.

L’etimologia di Milano si spiega con due componenti: medio e lanum, ossia luogo centro di pianura, dove convenivano gli Insubri. Molte sono le località celtiche di uguale etimologia, come ad esempio Melano (Canton Ticino) e Miolan (nel Lionese).

Paniccio: sorta di polenta fatta di panico.

Attila venne a Milano nel 452.

In conclusione: è un libro poco conosciuto, che ogni buon milanese dovrebbe avere nella sua libreria…

Alberto Fumagalli (scrittore milanese)