I luoghi di Milano nei Promessi Sposi dal XVII secolo ad oggi (prima puntata)

E se fosse Milano la vera protagonista de I Promessi Sposi?
Il frontespizio dell’opera è molto chiaro: “Storia milanese (non lombarda) del XVII secolo”. Milano è ovunque: vi abitano il cardinal Federico, il conte Zio, don Ferrante e donna Prassede, vi nasce la monaca di Monza e vi accadono eventi fondamentali come l’assalto ai forni e la peste del 1630.
Opera che ho letto quasi una decina di volte (è stato proprio questo il mio argomento di tesi universitaria), durante le varie letture sono sempre stato stimolato a mettere a confronto i luoghi della Milano del XVII secolo con quelli della nostra Milano contemporanea. Qui, nel blog di Milano Meravigliosa, tratteremo questo argomento a puntate. Il punto di partenza sarà la Milano seicentesca, così come Manzoni la rappresenta nel romanzo; poi ci saranno il punto di arrivo, la Milano d’oggi. Tappa intermedia, naturalmente, la Milano di Manzoni. L’obiettivo è mettere a fuoco l’evoluzione di questa città in tre momenti diversi, collocati a duecento anni l’uno dall’altro. Ineludibile, la partenza della Milano spagnola: molti luoghi che lo scrittore vede ancora oggi non esistono più; altri ancora appartenevano già alla memoria ai primi del XIX secolo. Il paesaggio urbano che verrà preso in considerazione nelle prossime puntate sarà quello che Renzo Tramaglino vide coi suoi occhi: ci avvalleremo di lui come guida ideale e proveremo a ricostruire i luoghi della città ricorrendo al percorso che l’autore immagina che egli compia.

Una piantina della Milano del 1600

Grazie ad alcune informazioni e spinto dall’istinto e dalla curiosità, Renzo percorse due e veri propri itinerari.
Egli si recò per la prima volta in città per consegnare la lettera di Padre Cristoforo al Padre Bonaventura, al convento dei Cappuccini.
Il suo percorso ci risulta abbastanza chiaro: da Porta Venezia, percorse l’omonimo corso fino a giungere al convento; incuriosito dal tumulto, decise di seguire la folla, arrivò in corso Vittorio Emanuele II, in Piazza Duomo, in piazza dei Mercanti e in Cordusio.

Una parte dell’itinerario di Renzo (1)

Il secondo viaggio ebbe come scopo la ricerca di Lucia. Una volta giunto a Porta Nuova, proseguì l’omonimo corso, voltò a destra, in via della Moscova e poi a sinistra, in via San Marco, fino a giungere in piazza San Marco; dopo aver passato il ponte Marcellino (oggi non più esistente), percorse via Borgonuovo, via Manzoni, via Bigli, via Verri, via Monte Napoleone, via del Gesù e, dopo essere salito sul carro dei monatti, giunse al Lazzaretto (anch’esso non più esistente).

Una parte dell’itinerario di Renzo (2)

Nelle prossime puntate farò una comparazione fra la Milano sotto la dominazione spagnola e quella in cui noi ci muoviamo oggi. In altri termini, verrà confrontata la città dei giorni nostri prima con un paesaggio storicamente determinabile e ricostruibile, poi col paesaggio virtuale del romanzo. Importanti in tal senso sono state le illustrazioni che Francesco Gonin fece per l’edizione del 1840 del romanzo. La Milano di Renzo e Lucia è dominata dalle costruzioni religiose e da edifici destinati agli occupanti spagnoli. Rari sono i palazzi dei signori del luogo e non significative le abitazioni del popolo. E’ la Milano della Controriforma e dei Borromeo, assediata da un esercito che macinava il suo grano sul Naviglio, ai margini dell’attuale Via Molino delle Armi. In secondo luogo la Milano secentesca è il luogo di acque, di imbarcazioni, di ponti e di spazi coperti a piedi, con un Duomo decentrato (Sant’Eustorgio), bordelli vicini al luogo delle esecuzioni pubbliche e il cuore dell’economia che pulsava in piazza dei Mercanti: centrale e imponente, a differenza delle altre città, si ergeva il Castello, ben distanziato dal luogo principale di culto. È una Milano cupa, dominata prima dalla carestia, poi dalla peste; è luogo di fame e di dolore, che enfatizza il paesaggio limitrofo, anch’esso caratterizzato da eventi nefasti: soprusi di signorotti locali, calata dei lanzichenecchi, lotta stranamente per la sopravvivenza. Molte tracce architettoniche e, più latamente urbanistiche, della vecchia città oggi si sono perse. Qualche rudere rimane, alcuni edifici sono intatti. Nella prossima puntata proveremo a ricreare, virtualmente, il paesaggio urbano che si presentò agli occhi stupiti del giovane e impacciato Renzo. Quale Milano si presenterà ai vostri occhi “più Meravigliosa”, quella di oggi o quella del romanzo manzoniano? (Continua)

Alberto Fumagalli (scrittore milanese)