Emanuele Rizzardi: “La nostra città è un luogo di grandi cambiamenti. Dopo il Covid, lo stile di vita sarà diverso”

Milano Arte, Cultura e SpettacoloNews

Written by:

Si è laureato in Linguistica all’Università Cattolica e gestisce i clienti di una multinazionale nell’hinterland milanese (“finché dura”, parole sue). Per lui la vera passione, però, è da sempre la Storia, che non ha mai smesso di studiare e che lo ha portato a realizzare straordinari romanzi storici: “L’ultimo Paleologo (2018), “L’usurpatore” (2020) e il recentissimo “Lo stendardo di Giove”, in cui spicca lo sfondo milanese del ponderoso racconto. Emanuele Rizzardi, legnanese, 31 anni e un figlio in arrivo, è un giovane di cui Milano può andare orgogliosa perché con la sua attività editoriale e intellettuale dà lustro alla nostra città (e non solo). “Quest’ultimo romanzo, uscito lo scorso mese di giugno, segue le vicende degli ultimi pagani della Roma Occidentale e dei conflitti con i cristiani”, ci spiega Emanuele. “In mezzo ai paladini del Paganesimo c’è l’Imperatore Eugenio, opposto a Teodosio, che è molto importante anche perché è l’ultimo imperatore a regnare da Milano. Infatti, sposta la sua corte dal Rodano fino alla città padana e qui assistiamo a tutte le sue vicende politiche: la lotta con Ambrogio e i suoi sostenitori, il complesso rapporto con le città vicine, il movimento degli eserciti nella nuova capitale e la creazione della Corte Occidentale. Ho dato molta importanza alla città anche a livello architettonico, sia per come era stata concepita ai tempi (quindi con tutti i suoi canali, le imponenti mura, il vivace ceto mercantile) sia per tutti quegli edifici e opere architettoniche di cui abbiamo qualche testimonianza. La Basilica di Sant’Ambrogio, in quegli anni in costruzione sotto il nome di Basilica dei Martiri, i resti dei luoghi di culto e aggregazione dei pagani convertiti ad altro o chiusi, come il tempio di Vesta, quello di Ercole, le terme cittadine e via dicendo. Cito anche il Palazzo Imperiale (che al tempo ricopriva una gran parte della città con i suoi giardini), in un certo senso assimilabile al Castello Sforzesco e peraltro non molto distante da questo. Insomma, ho cercato di dare l’idea di come fosse Milano al tempo: una metropoli commerciale e amministrativa gigantesca, che rivaleggiava con le maggiori città d’Occidente e che non a caso ne fu la capitale per ben più di un’occasione”.

Parliamo della Milano di oggi. Com’è cambiata e come sta cambiando, secondo te, alla luce degli ultimi due importanti avvenimenti, in ordine cronologico: l’Expo del 2015 e la sciagurata pandemia che l’ha vista, suo malgrado, principale quanto involontaria protagonista?

“Nel mondo moderno i cambiamenti sono sempre più veloci, tanto è maggiore la tecnologia, tanto il suo cambio diventa repentino. Milano, da sempre la nostra capitale commerciale, è di certo il punto nevralgico per tutti i cambiamenti che arrivano da fuori. Per quanto possiamo vedere, almeno in base ai dati, la risposta all’Emergenza Covid è stata positiva, anche se è difficile stabilire che cosa accadrà nel breve periodo per un evento, come la pandemia, che a mio modo di vedere avrà strascichi per tempi molto lunghi. Mi conforta il fatto che di solito, quando gli storici azzardano una previsione, puntualmente succede l’opposto (e sorride)”.

Per concludere, Emanuele: secondo te, che sei uno storico (e sorrido io, ndr), cambierà lo stile di vita a Milano? Finora i suoi abitanti sono stati costretti a cambiarlo, visto che questa città vive delle sue relazioni, degli incontri che diventano occasioni e progetti e invece per diversi mesi ha dovuto organizzarsi diversamente, con i social network e le video chiamate. E oggi, invece, che si comincia ad intravedere la fine di questa emergenza sanitaria, politica, economica e sociale?

“Si, secondo me gli stili di vita sono sempre destinati a cambiare e per quanto penso la nostra risposta “social” alla vita era già in atto ben prima dell’arrivo devastante del Covid. La pandemia ha semplicemente dato una spinta in una direzione già avviata, quindi non credo che si ritornerà a vivere come prima. Piuttosto, si assisterà a una fusione tra il vecchio e il nuovo sistema. E speriamo per tutti che riesca bene”…

Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)