Claudio Pina: “L’Expo aveva trasformato Milano e la Lombardia in un bacino di proposte turistiche mondiali. Ci vorrà tempo per riparare i danni provocati dal Coronavirus”

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“Inquietante. Inaspettata. Ingestibile. Drammatica. Uso una serie di termini assolutamente inediti per Milano, ma che servono oggi per descrivere la realtà cittadina. Presa di sorpresa e travolta dal virus ha reagito bene, ma con risultati non soddisfacenti. Ha pagato e sta pagando un prezzo molto alto, troppo. Perché? Non è stato ancora chiarito, oltre che non risolto. Né per Milano, né per la Lombardia”. A parlare è Claudio Pina, milanese, laureato in Economia e Commercio all’Università Bocconi, giornalista professionista e fotografo. È autore di guide turistiche per Fabbri, Mondadori, Domus, Touring Club Italiano e di libri di narrativa umoristica. Ha lavorato nella redazione di Storia Illustrata e Panorama ed è stato direttore editoriale e responsabile di periodici nazionali (Viaggi in Benessere, High Level) e internazionali (Selezione dal Reader’s Digest) e di collane di libri illustrati. Oggi è consulente editoriale per alcune testate online ed è membro del direttivo del Gist (Gruppo Italiano Stampa Turistica).

Claudio Pina in compagnia della collega Ludina Barzini, durante la presentazione del libro “I Barzini” alla Biblioteca Sormani di Milano.

Ha preso parte a iniziative di aiuti umanitari in Albania con l’Operazione Pellicano dell’Esercito Italiano e a Lioni per il terremoto dell’Irpinia. Ha vinto l’Hilton Award 2005 per reportage dagli Stati Uniti. Attingendo alla sua lunga esperienza di viaggi in Europa, Nord America, India, Oltremare Francese e Nord Africa, ha in preparazione un libro di racconti di viaggio. Sta inoltre svolgendo una ricerca su testi inediti dello scrittore Carlo Linati e un saggio sui nuovi comportamenti e stili di vita nella “società compatibile”.

Secondo te è stato fatto finora tutto quello che era possibile e doveroso fare? Sul fronte della corretta informazione sono stati commessi molti errori?

“Sì, è stato fatto quello che era doveroso e possibile fare sulla base delle informazioni ricevute. Forse (e appare sempre più verosimile) non sono state date le notizie che dovevano essere date e non nei tempi giusti. È stato da incoscienti tacere per non allarmare. Scorretti e anche incompetenti. Anche i comportamenti complessivi degli italiani (e in particolare dei milanesi) sono buoni adesso, ma non all’inizio. Tutto può ancora migliorare. Se le informazioni sono corrette, tutto diventa quasi automatico. L’effetto sorpresa, certo, ha nuociuto alla presa di consapevolezza dell’uragano in arrivo. “Informare correttamente e dare gli ordini giusti”: questo dice il manuale, ma il virus non lo ha seguito. E nemmeno i vertici”.

Entriamo nel merito dei provvedimenti presi dalle autorità nazionali, regionali e cittadine. Da giornalista e cittadino che opinione hai al riguardo?

“Diciamo che l’emergenza è stata travolgente e quando arriva uno tsunami la situazione non consente di capire subito cosa è meglio e cosa peggio, le reazioni sono le più diverse, solo col senno di poi si possono fare i conti. Certo, utilizzare le Case di riposo per gli anziani come parcheggio degli infettati è stata una leggerezza imperdonabile, un vero disastro. Quindi, prendendoci un’autorità un po’ presuntuosa, direi, sia come giornalista che come cittadino, che le cose non sono andate bene e la risposta non è stata all’altezza della fama di Milano e delle Lombardia”.

Claudio Pina immortalato con la mascherina d’obbligo, mentre sta per uscire e andare a fare la spesa.

Tu sei un esperto di Turismo. Come vedi il futuro più immediato del settore, soprattutto a Milano e in Lombardia? Quali suggerimenti ti piacerebbe fornire?

“La ripresa sarà difficile. Era tutto molto ben avviato, era stato un miracolo. L’Expo aveva trasformato Milano in una città turistica di rilevanza internazionale e la Lombardia un bacino di proposte valide per tutto il mondo. Ora non sarà facile sia riprendere l’immagine sia sanare i danni. Si farà, ma ci vorrà tempo. Il danno resta. Il Gruppo Italiano Stampa Turistica, di cui sono membro del Direttivo, sta organizzando un Manifesto sul Turismo per impegnare il Ministero, l’Enit, Regioni, Associazioni di categoria e Reti di Impresa in una catena solidale e attiva in difesa del Turismo italiano da promozionare alla vigilia della stagione estiva. Sarà un’estate che dovrà puntare più sul turismo italiano che su quello straniero”.

E proprio in merito alle prossime ferie: i milanesi, secondo te, potranno andare al mare, in montagna o al lago? Con quali accorgimenti? Ma soprattutto con quali mezzi di trasporto?

“Le imminenti vacanze sono una grande incognita fisica, economica e psicologica. Pensare al mare crea scenari da fantascienza e un po’ caricaturali, dal box in plexiglass al capanno in bambù distanziati. Certo, nulla sarà come eravamo abituati. Forse sarà l’estate della montagna, più facile al distanziamento sociale, con il bosco meglio della spiaggia. Credo che l’auto sia il mezzo più indipendente da usare, come il camper e la roulotte, traffico permettendo, perché i mezzi pubblici saranno a numero chiuso. E riguardo ancora al mare sarà l’anno dei canotti e delle barche, dei pattini e dei materassini, alla ricerca dello stare al largo e delle calette nascoste, più che di sdraio, di dancing e di shopping”.

Un’altra bella immagine di Claudio Pina davanti al suo computer con la schermata di “Tutti a casa”, una delle rubriche ideate insieme al collega ed editore Luciano Simonelli durante questa clausura forzata.

Prima di chiudere usciamo dall’Emergenza Coronavirus e proviamo a parlare brevemente della Milano che conosciamo. Dall’Expo in poi, come dicevi prima, la nostra città è cambiata: è migliorata ulteriormente l’offerta culturale ed è letteralmente esplosa quella turistica. Per contro, è peggiorato il tessuto sociale: complice anche la crisi economica che continua a mordere risulta schiacciato verso il basso. Qual è la tua opinione?

“Milano è (o era) cambiata molto e in meglio dall’Expo in avanti. Ma oggi, è inutile negarlo, siamo abbastanza pessimisti: danni materiali, economici, alla salute, all’entusiasmo, dubbi e difficoltà organizzative. È un lungo elenco, poco tonico. Ci vorrebbe una rinascita motivata, documentata, reale, ma non c’è la bacchetta magica e mi sembra proprio ingenuo sperare di vedere soluzioni e risposte in breve tempo. Stanno girando ancora troppe ambulanze e troppa gente. Le aziende e le famiglie stanno aspettando i sostegni. Insomma, dobbiamo proprio rimboccarci le maniche tutti insieme per fare della nostra città quella ‘Milano Meravigliosa’ che tutti amiamo e che stavamo ormai vivendo nel quotidiano. Per quanto mi riguarda ho in corso diverse iniziative in un’ottica di sostegno insieme all’Editore Luciano Simonelli con produzione video e talk, con Alessandro Fizzotti e il suo Centro di produzione programmi radio e con il Gist, come ho accennato, per eventi a favore del Turismo in generale e in particolare lombardo-milanese”.

Stefania Chines