Allo Spazio d’Arte Scoglio di Quarto le “Trasparenze” di Carmine Caputo di Roccanova. Opere architettoniche costruite nella dimensione del quadrato

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Pittore e scultore, ma anche performer e architetto, sperimentatore di registri operativi differenti. Il percorso espressivo-teorico di Carmine Caputo di Roccanova approda da domani, giovedì 11 maggio, al 5 giugno prossimi allo Spazio d’Arte Scoglio di Quarto (nell’omonima via, al civico 4) con la mostra “Trasparenze”, dove presenta quattordici opere completamente inedite realizzate dal 2020 a quest’anno. Il nuovo ciclo pittorico di Caputo (lucano di nascita, ma formatosi a Milano, prima diplomandosi sia in Pittura sia in Scultura all’Accademia di Brera e successivamente laureandosi in Architettura al Politecnico ) si presenta come ulteriore sviluppo e ampliamento delle posizioni già espresse nel suo manifesto sul “Manierismo Geometrico” del 2005, in cui l’evoluzione della narrazione non si distoglie dalla convinzione che l’artista, per andare avanti senza cadere nell’errore di ripetere quello che è già stato fatto e detto da altri prima di lui, debba dare maggiore dignità alla propria arte. “L’artista”, afferma Caputo, “deve incominciare ad assumersi le proprie responsabilità e citare coloro ai quali si è ispirato, ponendo le note in calce alla propria arte, esattamente come accade nella letteratura. Nessuno inventa nuove strade, però possiamo dare un nostro personale contributo. Ecco perché i miei quadri presentano sempre una foglia d’oro, segno di continuità con il passato e punto di vista privilegiato”. In esposizione, nella nostra città, un nuovo nucleo di opere tutte costruite nella rigida dimensione del quadrato, contenenti una componente architettonica che disciplina non solo la forma, ma anche lo spazio, senza tuttavia contenerlo. Il rigore cromatico e il linguaggio delle forme che si viene a creare in un continuo sovrapporsi di strutture geometriche che sembrano cerchino di incastrarsi l’una con le altre, non solo è pulito e razionale, ma si rapporta con il fondo, che appare come elemento di dialogo costante, in un effetto tridimensionale. Il racconto delle “Trasparenze” si muove tutto su linee rette e figure geometriche triangolari nette e definite, che per l’artista e l’osservatore possono essere replicabili all’infinito, quindi oltre la stessa superfice della tela. Opere astratte che sono evidenti espressioni di un cammino più ampio, dove ognuna di esse è naturale proseguimento dell’altra, caratterizzate da una finitura del quadro che si sviluppa per continui accavallamenti e intersezioni, senza tuttavia andare a perdere la brillantezza del dipinto e dei colori. Il pensiero Caputo, vicino alle istanze del Futurismo (suoi il “Nuovo Manifesto di Cucina Futurista” del 1996 e il “Manifesto di Cucina Ultra-Futurista” del 2020), è per molti versi avanguardista, temerario e dagli straordinari esiti innovativi. E le indicazioni artistico-culturali sottese al ciclo delle “Trasparenze”, valide nella pittura così come nella scultura e nelle lettere, sono un ulteriore passaggio di questa presa di coscienza poetica e artistica, individuale e altresì collettiva, del bisogno di una nuova arte di qualità.

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