Cosa fare ad Agosto a Milano (parte settima)

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La porta si apre. La guardo. La riguardo, ci fissiamo negli occhi. Non ci sono dubbi! E’ lei!
“Laura!” esclamo.
“Gianni!” replica, balbettando il mio nome.
E’ bellissima, meravigliosa, affascinante, un’irresistibile bomba sexy.
Ha lasciato la radio accesa che, in quel momento così incredibile, magicamente regala ai nostri timpani la splendida “Why” di Annie Lennox, la canzone che ci aveva fatto innamorare tanti anni prima.
Dimentico subito il motivo della mia presenza in quella stanza e le accarezzo con dolcezza il viso, bagnato da una lacrima.
Senza perdere un solo secondo di tempo la bacio. Così, all’improvviso, come avevo sempre amato fare.
Cerchiamo le nostre labbra per un tempo lunghissimo, accarezzandoci i capelli. Rotoliamo sul letto e facciamo l’amore.
The power of love…
L’orologio di un campanile scoccava la mezzanotte, il Commissario Ferlito era stanco, sudato, aveva sonno e sete, tanta sete. Si fermarono davanti ad un bar ancora aperto, acquistò due gelide bottigliette d’acqua e risalì subito in auto. Ne porse una al collega e aprì la sua. Iniziò a bere tutto d’un fiato quando il cellulare squillò. Era la Centrale
“Ciao Ferlito, mi sa che adesso ti tocca lavorare! Forse ci siamo! Uno degli indagati dovrebbe essere arrivato in città. Non abbiamo alcuna certezza però crediamo che valga la pena controllare. L’agente che ha intercettato la telefonata mi ha detto che dovrebbe essere a Desenzano, da una certa Vanessa che lavora al residence Glicine, primo piano – appartamento 12. Ti faccio convergere tutte la macchine libere sul posto. Fate attenzione! Dai! Potrebbe essere la volta buona!”
Ripartirono a razzo, sgommando, ma con la sirena spenta.
In pochi minuti arrivarono al residence tre macchine della polizia, sei uomini decisi a tutto pur di mettere la parola fine a quella storia. Scesero dalle auto in silenzio, indossarono il giubbotto antiproiettile e inserirono il colpo in canna nelle pistole in dotazione. Non aspettarono l’arrivo di altri agenti, non avevano tempo da perdere. Con un cacciavite aprirono il cancello pedonale e si riversarono nel palazzo senza parlare. Il Commissario Ferlito portava un piccolo ariete sfonda porte mentre un altro agente teneva fra le mani un vecchio piede di porco sequestrato ad una banda di ladri albanesi.
Il Commissario si posizionò davanti alla porta. Era madido di sudore e il cuore gli batteva all’impazzata. Non sapeva cosa avrebbero trovato nell’appartamento né quale reazione avrebbe scatenato la loro irruzione. Aveva paura. Bussò violentemente, qualificandosi.
Apparve sull’uscio una bellissima ragazza, ben poco vestita, pallida ma viva.
“Dov’è quel bastardo?” urlò il commissario!
“Quale bastardo?” rispose Gianni, in mutande e con un bicchiere di aranciata in mano.
“Non muoverti, brutto schifoso, sei sotto tiro! Resta dove sei!” replicò uno dei poliziotti.
Gianni li guardò con indifferenza, posò il bicchiere sul tavolo e alzò le mani in alto.
“Credo che abbiate preso un granchio, se state cercando qualcuno di speciale, quello non sono io. Laura è una mia carissima amica, ve lo potrà sicuramente confermare”.
Il Commissario e tutti i poliziotti si voltarono verso di lei che, senza indugiare, avvalorò l’affermazione di Gianni, presentandosi come l’ex fidanzata ed attuale amante.
Sorridendo, chiese se, visto il clima afoso, desiderassero bere qualcosa di fresco.
L’imbarazzato Ferlito balbettò le sue scuse e tese una mano alla ragazza.

EPILOGO

Brissago Valtravaglia (VA), 12 agosto 2012
“Forza coglione, sbrigati! Guarda che casino hai combinato! Era proprio il caso di conciarla così? Carina, avrà vent’anni al massimo! Porca troia! Respira a malapena! Dai, trasciniamola in quel fossato e scappiamo!”
“Ma sì, chi se ne frega di una puttana di merda! Chi vuoi che ci veda, siamo in un bosco mica a Lugano! Non doveva farmi incazzare! Questo no! Questo neppure! Mettiti il preservativo! Non ti tira! Cazzo! Con chi credeva di parlare questa negra schifosa? Adesso che le ha prese vedrai che imparerà la lezione, è già tanto che non l’ho strozzata!”
“Bene, ecco fatto, qui non la vedrà nessuno, ormai è notte fonda. Mi sembra solo svenuta, speriamo che domani mattina si risvegli! Tu comunque sei il solito imbecille, Cristo Santo! Con te a puttane non ci vengo più, mi avevi detto che in Italia si può fare quello che si vuole alle troie, non come da noi in Svizzera, ma io non intendevo questo! Su! Salta in macchina!”

Luino (VA), 12 agosto 2012
Ciccio si era addormentato da pochi minuti quando squillò il cellulare. Era Vincenzo, il suo braccio destro, uno che non avrebbe mai osato disturbarlo alle due di notte per una sciocchezza. Doveva essere accaduto qualcosa di molto grave.
“Capo, è sparita la nostra nigeriana! Ci dicono che è salita su una Mercedes con targa ticinese due ore fa e non è più tornata! I nostri uomini la stanno cercando ma non l’hanno ancora trovata. Non sarà mica finita nelle mani di quel tizio che stiamo aspettando di far fuori?”
“Benissimo! Forse la bella capretta nera ha fatto uscire il lupo dalla tana! La trappola ha funzionato. Cercate quella macchina, non deve raggiungere il confine. Adesso arrivo subito. Porca puttana! Pensavamo che fosse italiano e invece quel pezzo di merda è un ticinese. Trovatelo! Lo voglio scannare con le mie mani!”
Desenzano del Garda, 12 agosto 2012
E’ arrivato il momento di salutarci. Bacio Laura per la cinquantesima volta e me ne vado, promettendole però che ci saremmo rivisti presto. E’ stata una serata molto movimentata. Ho avuto una fortuna sfacciata. Sganasciandomi dalle risate ripenso alla faccia, paonazza e mortificata, di quel povero Commissario della Polizia di Stato. Ha perso, senza saperlo, lo scudetto all’ultima giornata. Adesso però non vedo l’ora di tornare a Milano.
Giunto alla macchina noto che il SUV nero è ancora parcheggiato ad un centimetro dal mio paraurti, quel cafone merita una lezione! Adesso gli taglio le gomme ma…Maledizione! Ho dimenticato lo zainetto a casa di Laura!

Gian Luca Tavecchia