Che gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti lo afferma uno dei principi fondamentali della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e dei cittadini del 1789. Ma alla luce di quale teoria possiamo confrontarci con dati che rimarcano senza appello come il 50% della popolazione mondiale non può godere di un’equa assistenza sanitaria, se il numero dei poveri totali sfiora ancora i 3 miliardi, le donne guadagnano tuttora il 33% in meno degli uomini e c’è ancora chi ha più diritti e chi non ne ha del tutto? E ancora, sempre secondo gli ultimi dati, il 13% dei giovani tra i 10 e i 19 anni ha sofferto di un disturbo mentale nel 2021. A questi temi Milano, città generativa in tutti gli aspetti dell’arte e della cultura, si accosterà con cuore nobile fede convinta e sincera umiltà, sforzandosi di offrire risposte, proposte e soluzioni, con la 24a Esposizione internazionale di Triennale Milano – che promuove la manifestazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il supporto dei soci istituzionali della Fondazione La Triennale di Milano: Ministero della Cultura, Regione Lombardia, Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi; il contributo di Fondazione Cariplo; il supporto della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico; del Main Partner Lavazza Group; dei partner Deloitte e Fondazione Deloitte, idealista, Lundbeck; dell’Education Partner Scalo Milano Outlet&More; del Media Partner Will Media; dell’OOH Partner Streetvox; del Technical Partner ATM e dell’Institutional Partner Salone del Mobile.Milano – dal titolo INEQUALITIES, che sarà aperta al pubblico dal 13 maggio al 9 novembre 2025 e che sarà inaugurata lunedì 12 maggio dalla lectio del Premio Nobel per l’Economia Michael Spence e dalla consegna dei Bee Awards, riconoscimento che verrà assegnato ai tre contributi più meritevoli fra le partecipazioni internazionali. Unica manifestazione culturale riconosciuta al mondo nel 1928 in via permanente dal Bie – Bureau International des Expositions, l’organizzazione intergovernativa che gestisce le Esposizioni Universali e Internazionali, Inequalities chiude la trilogia aperta nel 2019 da Broken Nature. Design Takes on Human Survival, nella quale erano stati affrontati i temi della sostenibilità, seguita nel 2022 da Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, dedicata ai misteri dell’universo, dallo spazio cosmico alla scala invisibile dei virus, presentando dati filtrati ed elaborati non solo dalla scienza e da varie discipline artistiche ma anche dall’Intelligenza artificiale, resi in tal modo maggiormente fruibili attraverso installazioni, performance, eventi del Public Program e incontri aperti al pubblico nell’intero arco dei sei mesi della durata della mostra.
Il Public program, che sarà curato da Damiano Gulli, si articolerà in una serie di appuntamenti realizzati in collaborazione con la Fondazione Eni Enrico Mattei nel corso dei quali esperti provenienti da diversi ambiti disciplinari approfondiranno i temi della manifestazione.
Non mancherà pure una speciale Programmazione performativa coordinata da Umberto Angelini, direttore artistico di Milano Triennale teatro, volta a indagare le diseguaglianze dei corpi, le fragilità e le marginalità individuali e sociali, le inquietudini e i sogni grazie all’apporto performativo di artiste e artisti di età anagrafica e provenienza geografica diverse come Chiara Bersani, Fabio Cherstich, Jiana Hadjithomas, Khalil Joreige, Nelson Maklengo, Muna Mussie, Peeping Tom, Cristina Kristal Rizzo, Diana Anselmo, Virgilio Sieni.
INEQUALITIES sarà anche una realtà itinerante grazie al Progetto Education Triennale on Tour che, con un mezzo mobile personalizzato realizzato dallo Studio Orizzontale e con il coinvolgimento di una serie di partner attivi sui territori, porterà letteralmente al di fuori delle mura del Palazzo dell’Arte in una tournée partecipativa in 8 municipi i temi della manifestazione con iniziative dedicate a bambini, adolescenti e famiglie.
Il regolamento del Bie prevede che il ruolo di Commissario Generale sia affidato al Presidente dell’Istituzione, il Professor Stefano Boeri che, proprio alla Presentazione della manifestazione, ha dichiarato come “il tema portante non saranno tanto le città e gli spazi quanto i corpi e le vite, i ghetti e le guerre. Un tema in continuità con quelli delle due precedenti edizioni e che ci dà la possibilità in questo particolare momento critico di affrontare fratture che riguardano l’aspettativa e la qualità della vita”. E ha proseguito precisando come nella mostra sarà possibile “incontrare anche le buone idee, le politiche attente, i progetti migliori che sanno a volte trasformare le diseguaglianze in fertili differenze, in qualità condivise che permettono a individui pur differenti di scambiarsi valori, arricchendosi reciprocamente”. Gli ha fatto eco Dimitri S. Kerkentzes, Segretario Generale del Bie, ribadendo che missione fondamentale di ogni Expo organizzata dal Bie sia di misurare i mezzi a disposizione dell’umanità per soddisfare i bisogni della civiltà. Concludendo che l’edizione di quest’anno costituisce “un’opportunità cruciale per esplorare non solo i divari esistenti, ma anche i potenziali percorsi verso un futuro più equilibrato e inclusivo”. E qui il pensiero non può non andare a Papa Francesco quando nel Discorso rivolto al Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna e ai Cori della Galassia dell’Antoniano nell’Aula Paolo VI il 19 marzo 2022 aveva ricordato che “La pace è l’armonia delle differenze”.
Ed ecco i numeri che andranno a costituire la struttura della manifestazione che, da progetto collettivo quale si presenta, vedrà per la prima volta il coinvolgimento dei cinque atenei milanesi già partner accademici di Triennale Milano – Università degli Studi Milano-Bicocca, Università Bocconi, Università Cattolica del Sacro Cuore, Politecnico di Milano e Università degli Studi Statale di Milano. Inequalities assiste inoltre alla collaborazione con oltre 20 istituzioni internazionali fra le quali Arctic Center, Democracy and Culture Foundation, Columbia University, Norman Foster Foundation, Oficina del Historiador, Princeton University, Serpentine Galleries. Fra personalità del mondo dell’arte, del design e dell’architettura, istituzioni culturali, padiglioni nazionali, musei e istituti di ricerca saranno rappresentati 43 Paesi. Nove sono le curatele di alto profilo scientifico: a Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa si deve in particolare la realizzazione di Portraits of Inequalities – Pittura di classe, mostra di una cinquantina di ritratti eseguiti da vari artisti scelti fra gli oltre 900 conservati alla Ca’ Granda e mai esposti prima, persone di ogni estrazione sociale raffigurate per le cospicue donazioni lasciate all’ospedale milanese sorto soprattutto per assistere i poveri. L’elenco prosegue poi con Beatriz Colomina, Storica dell’Architettura alla Princeton University; Mark Wigley, architetto e docente della Columbia University di New York; Marco Sammicheli e Nic Palmarini; Nina Bassoli, curatrice per Architettura, rigenerazione urbana e città in Triennale ; Hans Ulrich Obrist, direttore delle Serpentine Galleries di Londra, e Natalia Grabowska; Seble Woldeghiorghis, Damiano Gullì, Black History Months Milano (Jermay Michael Gabriel); Norman Foster, architetto vincitore del Pritzker Architecture Prize; Theaster Gates , artista interdisciplinare che unisce pratica sociale, performance e scultura; Umberto Angelini, direttore artistico di Triennale Teatro Milano, al quale sono state affidate le mostre che si articoleranno in tutto il Palazzo dell’Arte. Saranno inoltre esposti i progetti di alcuni fra i più importanti architetti al mondo: Kazuyo Sejima e Alejandro Aravena, vincitori del Pritzker Prize; Elizabeth Diller dello studio Diller Scofidio + Renfro di New York; Boomserm Premthada, architetto e fondatore del Bangkok Project Studio. L’artista e regista israeliano Amos Gitai, uno dei massimi esponenti della cinematografia mondiale, sarà presente con un contributo in video dal titolo The Book of Amos. Oltre a Elizabeth Diller e Amos Gitai, gli altri sei autori di progetti speciali presenti sono: l’information designer Federica Fragapane; Filippo Teoldi; Maurizio Molinari; Kimia Zabhiyan (Grenfell Next of Kin); Jacopo Allegrucci e Ingo Niermann. Infine, sei sono i progettisti e gli studi di design autori degli allestimenti delle mostre e delle installazioni: Abnormal; Gisto; Grace; Midori Hasuike; Orizzontale e Sopa Design Studio. Il coordinamento scientifico è seguito da Beatrice Balducci; il coordinamento dell’Esposizione Internazionale da Laura Maeran.
Triennale Milano ha invitato ricercatori, creativi e studiosi di varie discipline e di diversi Paesi a formulare idee e proposte su due temi fondamentali: la geopolitica delle disuguaglianze e la biopolitica delle disuguaglianze.
Il piano terra del Palazzo dell’Arte vedrà rappresentata la dimensione geopolitica con particolare riferimento alla vita urbana e ai concetti di “ricchezza” e “povertà”. Qui con Towards an Equal Future Norman Foster pesenterà i lavori realizzati attraverso la Norman Foster Foundation in favore dei più disagiati della Terra negli slums indiani e sugli insediamenti degli sfollati. In Cities, Nina Bassoli di Triennale Milano illustra in una panoramica – esempio emblematico di disuguaglianza, l’incendio della Grenfell Tower a Londra nel 2017 – i lavori eseguiti per ridurre le diseguaglianze nelle metropoli da Haifa a New York. E’ dedicata alla nostra città la ricerca di Damiano Gullì e Black History Months Milano, in collaborazione con la Bocconi, coordinata da Seble Woldeghiorghis dal titolo Milano: paradossi e opportunità. Mentre Hans Ulrich Obrist propone Radio Ballads, un format fra arte e musica, titolo mutuato da una serie di radiodrammi ambientati nella Gran Bretagna operaia fra il 1950 e il 1960. L’information designer Federica Fragapane è presente con le sue visual data in Shapes of Inequalities mentre sullo Scalone d’Onore campeggia 471 Days, I Giorni di Gaza di Filippo Teoldi, realizzati su progetto di Midori Hasuike.
Saliamo al primo piano dove la biopolitica delle disuguaglianze si focalizza sulla sfera sociale, economica e di genere, in particolare su abitudini, stili e aspettative di vita nelle società contemporanee. Attraverso l’analisi dell’evoluzione batterica contenuta in We the bacteria, percorso nel quale Beatriz Colomina e Mark Wigley rileggono la storia dell’architettura, evidenziano come l’eccessiva igiene abbia indebolito il sistema immunitario. Il compito di spiegare il valore della diversità in termini evoluzionistici, umani e non, è affidato al filosofo Telmo Pievani in una mostra “fatta di scienza ed emozioni” in collaborazione con l’Università Bicocca mentre Nic Palmarini, direttore del National Innovation Centre for Ageing, e Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design italiano, affrontano il tema della longevità crescente in The Republic of Longevity costruendo una città ideale nella quale poter condurre una vita non solo più lunga ma anche più sana e serena. E ancora, I saperi artigiani illustrati da Theaster Gates e Not for her, installazione coordinata da Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico, con l’Intelligenza artificiale che suggerisce agli astanti di sperimentare le disuguaglianze di genere.
In contemporanea con l’apertura di INEQUALITIES, Triennale accoglierà l’evento internazionale Art for Tomorrow che quest’anno si svolge proprio a Milano e che si articolerà in un confronto fra esponenti del mondo della cultura sui grandi temi del sistema dell’arte, promosso dalla collaborazione fra Triennale Milano, Milano & Partners, Democracy and Culture Foundation, insieme a “The New York Times”.
L’identità visiva della 24a Esposizione Internazionale di Triennale Milano dopo una procedura di selezione su invito è stata affidata alla design firm Pentagram con progetto grafico sviluppato dal team di Giorgia Lupi.
Quanto ai progetti editoriali legati all’Esposizione, la prima pubblicazione edita da Electa, un vero e proprio catalogo contenente il progetto grafico di Pentagram, è disponibile all’apertura della manifestazione mentre la seconda, affidata alla redazione di Lotus, verrà pubblicata in autunno in un doppio numero di Lotus. Con riflessioni critiche e approfondimenti sulle tematiche affrontate dalla mostra.
Elisabetta Dente