Al QT8 apre il CASVA – Centro di Alti Studi sulle Arti Visive. Un luogo per custodire e condividere la cultura del progetto, che ha reso Milano la capitale internazionale del design e dell’architettura nel Novecento

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Apre le porte al quartiere QT8 e alla città il CASVA – Centro di Alti Studi sulle Arti Visive. Un luogo che si offre agli studiosi, agli studenti, alle associazioni e ai cittadini, per custodire e condividere quella cultura del progetto che ha reso Milano la capitale internazionale del design e dell’architettura nel Novecento.

Nato nel 1999 negli spazi del Castello Sforzesco con il primo importante fondo acquisito dal Comune di Milano – l’archivio dell’architetto Luciano Baldessari –, il CASVA si è progressivamente trasformato in un centro di studi e ricerche unico nel suo genere. Oggi conserva 44 archivi di architetti, designer, grafici, fotografi, art director e giornalisti, narrati nella collana I Quaderni del CASVA, giunta al ventunesimo volume. Ha già realizzato oltre 25 mostre, testimonianza di un percorso di ricerca costante, e ha attivato un’ampia serie di relazioni con studiosi, studenti e cittadini che culmina ora con l’apertura della nuova sede al QT8.

GLI ARCHIVI E LA LORO MISSIONE

La vocazione del CASVA è raccogliere e rendere consultabili gli archivi legati alla cultura del progetto a Milano. Fondamentale la fiducia riposta dai professionisti e dai loro eredi che hanno voluto donare i propri archivi a un istituto di conservazione, studio e valorizzazione. Riunirli in un’unica sede, aperta al pubblico e ai ricercatori, consente di coglierne le connessioni, studiarne i rapporti e comprendere, da differenti punti di vista, l’evoluzione urbanistica, architettonica e del design della città.

Il CASVA custodisce un mosaico straordinario di storie e visioni. Ci sono figure che hanno cambiato il volto delle città, come Vittorio Gregotti, capace di progettare interi quartieri – dalla Bicocca a Milano fino alla città di Pujiang in Cina – e di lasciare un’impronta indelebile nella cultura architettonica del Novecento. C’è la ricerca pionieristica dello Studio MID, che ha portato l’arte cinetica negli anni Sessanta e la pedonalizzazione di corso Vittorio Emanuele negli anni Ottanta.

Accanto a loro, le intuizioni radicali di Enzo Mari, che nel 1974 invitava tutti a diventare progettisti della propria casa, e le invenzioni funzionali di Roberto Sambonet, che pensava agli utensili da cucina come a oggetti intelligenti e modulari. La luce diventa materia viva nei progetti di Nanda Vigo, mentre Maria Pezzi ha saputo raccontare la moda italiana con eleganza e intensità attraverso le sue illustrazioni.

Il patrimonio comprende anche tessuti preziosi disegnati da Gio Ponti, Lucio Fontana e Gianni Dova, e gli oggetti iconici dello Studio De Pas-D’Urbino-Lomazzi, protagonisti al MoMA di New York nel 1972, quando il Made in Italy venne incoronato a livello internazionale.

L’eclettico Luciano Baldessari, tra scenografia e architettura, ci accompagna nel cuore del razionalismo, mentre Francesco Gnecchi Ruscone interpreta con misura ed eleganza lo spirito autentico della Milano borghese. Altri, come Cecilio Arpesani, hanno riportato la suggestione medievale nei palazzi in mattoni e nelle bifore che ancora oggi punteggiano la città.

Ci sono poi sperimentazioni inattese, come quelle della coppia Francesco Ginoulhiac e Teresa Arslan, che tra ville brutaliste e camper avveniristici hanno saputo coniugare quotidiano e visione. E storie di cura civica, come quella di Egizio Nichelli, che nel dopoguerra ridiede vita a chiese e cortili storici della città, senza dimenticare opere moderne come la piscina Scarioni.
Milano ritrova anche l’impronta della prima art director della Rinascente, Amneris Latis, capace di fare delle vetrine veri palcoscenici della modernità, o quella dei fratelli Soncini, che hanno immaginato una città verticale con grattacieli come Torre Breda. Con loro, le ricerche di Enrico Freyrie, premiato con il Compasso d’Oro, e l’impegno ambientalista di Angelo Cortesi, precursore della green architecture.

Non manca lo sguardo della fotografia con Carla De Benedetti, che ha immortalato gli interni dei grandi maestri del Novecento, lasciando immagini capaci di ispirare generazioni di architetti. E infine le tracce di dialoghi interculturali, come quello tra Vittorio Gregotti e Hiromichi Matsui, che ha portato l’architettura italiana a incontrare quella giapponese, fondendo due mondi in progetti che ancora parlano di modernità.

LA NUOVA SEDE AL QT8

Il trasferimento degli archivi dal Castello Sforzesco e dalla Fabbrica del Vapore alla nuova sede dell’ex mercato coperto del QT8 nasce dalla volontà di rendere più accessibile e valorizzabile un patrimonio unico che trova nel quartiere stesso, ideato da Piero Bottoni in occasione dell’Ottava Triennale del 1947, un luogo simbolico per accogliere un istituto dedicato alla memoria architettonica e urbana di Milano.

Per recuperare l’ex mercato, rispettando le caratteristiche originarie dell’edificio e rifunzionalizzandolo per le esigenze del CASVA, è stato fondamentale il contributo ideativo del gruppo di lavoro del DAStU (Dipartimento di Architettura e Studi Urbani) del Politecnico di Milano. Lo studio di fattibilità tecnico-economica è stato realizzato da Architetti per Milano e donato al Comune da Fondazione Triennale, mentre la progettazione definitiva ed esecutiva, la direzione dei lavori e il coordinamento della sicurezza sono stati affidati a MM. Il costo totale dell’intervento ammonta a circa [da verificare: 6 o 9] milioni di euro.

SPAZI E FUNZIONI

Al primo piano gli spazi (1.254 mq) sono dedicati alla divulgazione con mostre e attività rivolte agli studiosi e al quartiere, in un’area espositiva utilizzabile anche per conferenze. Sono presenti, inoltre, un bar e bookshop, salette per laboratori e attività didattiche proprie dell’Istituto, nonché iniziative culturali proposte dalle numerose associazioni operative nel quartiere. Un calendario comune proporrà le diverse manifestazioni ideate in collaborazione o coprodotte. Le salette saranno concesse alle associazioni per attività culturali gratuite, con a carico degli organizzatori i soli costi di custodia e sicurezza. Sempre al primo piano hanno sede la direzione e gli uffici amministrativi dell’Istituto. Al piano seminterrato (1.715 mq) si trovano l’area dedicata alla conservazione degli archivi e gli spazi funzionali allo studio: un deposito archivistico, una zona di quarantena, un laboratorio, un’area per la conservazione del materiale fotografico e per la sua scansione, una sala di consultazione e una sala di lettura. All’esterno, il CASVA è circondato da ampie superfici pavimentate: al primo piano un portico coperto e una terrazza si affacciano sul Monte Stella; al piano seminterrato, a livello del parco, un ampio cortile prospiciente la sala di lettura è funzionale all’organizzazione di attività culturali all’aperto. Il bar (140 mq inclusi i servizi) sarà oggetto di un affidamento temporaneo e sperimentale: al concessionario saranno richiesti, oltre alla gestione del bar/caffetteria e del bookshop, anche custodia e sorveglianza del CASVA per almeno 600 ore annue, in modo da consentire aperture straordinarie dell’Istituto e la gestione delle salette. Il bando, scaduto il 21 settembre scorso, è ora in fase di aggiudicazione.

(A cura dell’Ufficio Stampa del Comune di Milano)

PER INFORMAZIONI: c.bibliocasva@comune.milano.it