Milano e gli altri

Milano e gli altri

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Milano, secondo la teoria più diffusa, deve il suo nome agli antichi romani, che la chiamarono “Mediolanum”, cioè “a metà strada”.
Sì, perchè Milano era – ed è ancora oggi– a metà strada fra il mondo Mediterraneo e quello germanico e mittel-europeo.
Un’altra idea è quella che vuole vedere nel termine “mediolanum” un tributo alla scrofa semi-lanuta, la femmina di cinghiale, oggetto di adorazione per gli antichi Celti che popolavano la pianura padana.
Ma anche in questo caso, parliamo di un “medio(lanum)” di un animale “semi(lanuto)”. Qualcosa, insomma, che sta in mezzo.
E questo “stare in mezzo” è una delle caratteristiche tipiche della milanesità.
Chi vuole capire Milano, deve partire da questa sua caratteristica: l’essere una “terra di mezzo”, un incrocio mediato fra diverse culture, uno stare a “metà strada” non solo geografico, ma anche culturale e mentale.
Il milanese è sicuramente un lavoratore indefesso e in questo rispecchia la mentalità calvinista e puritana dei Paesi al nord della città. Ma, nel contempo e a differenza dei calvinisti, il milanese non ama accumulare i frutti del suo lavoro per una gloria futura, nel regno di Dio. Al contrario, il milanese ama usare il denaro guadagnato anche per divertirsi e, se c’è l’occasione, anche per ostentare il suo benessere, con una visione molto mediterranea.
Il carattere milanese è quindi una sorta di Giano bifronte: da un lato austero lavoratore, moralista e concreto, dall’altro godereccio e anche un po’ sbruffone.
Questa dualità emerge in modo chiaro, come anche la psicologia ci insegna, nel rapporto con il prossimo; o, nel caso milanese, nel rapporto fra la milanesità e lo spirito di altre città.
Andiamo a vedere, dunque, come si rapporta Milano con altre importanti città italiane, in particolare:

Venezia

Torino

Napoli

Roma

Bologna

 

Marco Lombardi (giornalista e scrittore)