Mario Furlan: “Milano è ancora una città con il cuore in mano, capitale della solidarietà”

Giornalista, scrittore, docente universitario, formatore, motivatore, istruttore di arti marziali e difesa personale, fondatore dei City Angels, l’associazione benefica che ormai quasi in tutta Italia si occupa dei più bisognosi e della sicurezza cittadina. Provare a sintetizzare il curriculum professionale di Mario Furlan è difficilissimo, per non dire dei premi e dei riconoscimenti che ha ricevuto e in qualche caso anche ideato. E anche se nessuno di noi può piacere a tutti, il 54enne ligure mette senzaltro d’accordo la stragrande maggioranza dei milanesi, che vedono in lui una personalità che ha dato e dà lustro alla città con il suo ammirevole impegno civico. Conosco Mario da molto tempo e ho realizzato con lui diversi servizi televisivi (in coda all’articolo troverete qualche link in proposito). Non è stato difficile contattarlo (peraltro lui è sempre disponibile con tutti) e proporgli questa chiacchierata, in occasione dell’uscita del suo ultimo libro: “Felici per sempre” (Cairo Editore), definito dall’Associazione Italiana Coach “uno dei migliori libri di motivazione e autostima scritti da un formatore italiano”.

La copertina di “Felici per sempre”, il nuovo libro di Mario Furlan

Caro Mario, tu sei un protagonista positivo della vita pubblica milanese. Sei una persona adatta, quindi, a tracciarne un profilo, visto che la stai attraversando ormai da molti anni…

“Sono venuto a Milano da Albisola a 18 anni, dopo aver conseguito il diploma di Maturità. Nel giro di pochi mesi mi sono perfettamente integrato, molto più facilmente di quanto un milanese potrebbe integrarsi ad Albisola. Uno dei tanti aspetti positivi di Milano è proprio il fatto che è una città inclusiva, accogliente. Da qualsiasi parte del mondo tu venga, in breve tempo diventi milanese. Non importa da dove vieni, ma dove stai andando”.

Com’è cambiata e come sta cambiando Milano, secondo te?

“Negli ultimi anni è diventata ancora più europea, cosmopolita, internazionale.
Expo ha dato un bello slancio alla città e le Olimpiadi Invernali (incrociamo le dita) potranno anch’esse contribuire a far crescere Milano. Va anche detto, però, che accanto alla Milano luccicante e dinamica c’è quella di alcune periferie, che si sentono tagliate fuori e che hanno bisogni di interventi qualificati”.

Tu lavori nel mondo della solidarietà e della formazione professionale, due osservatori privilegiati sulla città. Ma sono davvero privilegiati, questi osservatori? Qual è, a tuo avviso, la situazione attuale riguardo appunto alle attività benefiche e a quelle legate all’insegnamento più in generale, nell’ambito di Milano? E quali contributi ha portato, secondo te (se li ha portati) lo sviluppo di Internet e dei Social Network?

“Sono due osservatori sicuramente utili, ma non so se sono privilegiati. Milano è ancora, come da tradizione, una città “con il cuore in mano”. In nessun’altra grande città italiana la solidarietà si attiva come qui. E Milano è indubbiamente la capitale non solo della solidarietà, ma anche del lavoro e della professionalità. Roma è lenta, burocratica e farraginosa; Torino è provinciale e orfana della Fiat. Non per nulla buona parte delle aziende, italiane e straniere, scelgono Milano come sede. Quello che a Roma si fa in un mese, qui si fa in una settimana e in un mondo sempre più veloce è di fondamentale importanza. Non per nulla Milano è la città che ha più università di qualunque altra metropoli italiana. E anche i colossi della Rete, da Google a Facebook, hanno scelto Milano come sede italiana. Internet ha due facce: da una parte facilita e velocizza lo scambio di informazioni, mentre dallaltra, soprattutto attraverso i Social Network, fa leva non sul ragionamento, ma sullemotività. Conosco persone disposte a tutto pur di avere più “like” perché il consenso su queste piattaforme produce dopamina, fa sentire importanti. E poi gli algoritmi ti fanno interagire prevalentemente con persone che condividono le tue stesse idee. Quindi ti chiudi in una prigione di autoreferenzialità, convincendoti sempre di più che hai ragione e chi la vede diversamente ha sempre torto. Insomma, i Social Network portano a radicalizzare i punti di vista; non a caso, dagli anni Settanta ad oggi, la politica non è mai stata tanto violenta ed estremista”.

Mario Furlan con la divisa di ordinanza dei City Angels, l’associazione benefica della quale è il fondatore

Milano ha sempre avuto un respiro più ampio dei suoi confini. Tutto quello che la riguarda interessa sia a livello nazionale che internazionale. Pensi che sia in grado, anche oggi, di interpretare questo ruolo? Oppure è stata “colonizzata”, nel senso che questo interesse esterno ha prodotto investimenti economici e finanziari che hanno portato imprenditori, finanzieri e banchieri ad impadronirsene?

“Chi ha i soldi comanda, da sempre. Anche la politica, al netto della propaganda, dipende dai grandi capitali. Quel che vale per Milano vale per tutte le città che attraggono capitale. Il grande capitalista Donald Trump è diventato prima uno dei padroni di New York e oggi lo è degli Stati Uniti e in buona parte del mondo. Se una città non attrae capitali significa che non ha futuro. Quindi meglio attrarne ed evitare, però, che il capitale diventi l’unico padrone”.

Che opinione hai del fenomeno dell’immigrazione a Milano? E sul tema della sicurezza?

Qui l’immigrazione è complessivamente gestita bene. Milano è una città più sicura di altre metropoli italiane e non parlo solo di Napoli e Roma, ma anche di Torino e Genova, tanto per fare alcuni esempi. Tracciare l’equazione “più immigrazione più insicurezza” è sbagliato. L’immigrazione porta insicurezza se non è ben gestita e se gli immigrati non vengono integrati. Ci vuole tolleranza zero verso chi delinque (straniero o italiano che sia) e completa integrazione per chi viene a lavorare e rispetta le nostre leggi”.

Per concludere, Mario: Come vedi il futuro di questa città, in relazione anche all’attuale situazione italiana e internazionale?

“In un’Italia che sta sprofondando nella recessione Milano fa eccezione: è l’unica città che tira, che attrae ancora investimenti. Questo è dovuto sia a come è governata Milano (una città che ha una lunga tradizione di buon governo) che allo spirito dei milanesi. Gente laboriosa, ma anche di cuore”…

Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)

 

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