Gli ingranaggi di Giuanìn

Milano si racconta

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Giovanni Arrighi ha una fabbrichetta di ingranaggi nel Pavese, ma vive a Milano, in Piazza Caneva. Va tutti i giorni a bere al Drago Verde dei giardinetti davanti a casa sua perché dice che quell’acqua è curativa, miracolosa.

Lo incontro lì, sulla panchina davanti alla fontanella, dopo aver preso appuntamento fingendomi un possibile cliente.

“Così Lei è interessato ai miei ingranaggi”…

“Veramente io sono un giornalista che sta facendo un’indagine sulla piccola industria”…

Lui (deluso e anche un po’ incazzato): “Vabbè, ma Lei mi citerà nell’articolo?”. (Non chiede neanche su che giornale, tanto che importa?). Basta che sia un giornale).

Io: “Certamente. La metterò anche in un libro che sto scrivendo, intitolato “Come buttare i soldi nel cesso e vivere felici”.

Lui (freddino): “Scusi, Lei vorrebbe dire che io”…

Io: “Senta, sono anni che batto in auto le strade statali della Lombardia e incontro i suoi cartelloni stradali con su disegnati due ruote dentate, il suo cognome e la parola ingranaggi. Si può sapere che cazzo d’ingranaggi sono, a cosa cazzo servono, dove ha sede Lei e che numero di telefono ha? (Mi calmo e mi aggiusto la cravatta).

Lui (trionfante): Ah, se è per questo, glielo dico subito”…(E giù una spiegazione che non vi dico, si capisce che fa cose di piccole dimensioni per macchine utensili).

Io: “Così Lei crede che i suoi ingranaggi siano come il tonno in scatola o i biscotti. Perché non fa un po’ di pubblicità anche sui giornali?”.

Lui (nervoso): “Lei vuol dire che non serve a niente? Ma se tutti mi dicono che”…

Io: “Tutti chi? I suoi amici al Bar dello Sport? Ma Lei lo sa cos’è il costo contatto? Quanti crede che siano quelli che vedono i suoi cartelloni che ci sono sulla Milano-Pavia? Vedono, non guardano, se Lei sa la differenza tra vedere e guardare. Mille, diecimila? E quanti, vedendo i cartelloni mentre passano in macchina, si danno una manata sulla fronte e si ricordano che devono comprare un po’ di ingranaggi, se no stasera cosa mangiano per cena o domattina come si lavano i denti?”.

Lui (assalito dal dubbio). “Beh, è vero, quelli della zona, quando hanno bisogno di ingranaggi, sanno dove trovarmi. Ma gli altri, effettivamente, se non lo sanno, come fanno?”.

Ma stasera, al night “Paradise Now” di Vigevano, un conoscente, dopo tre whisky e con un travestito fra le mani, gli dirà: “Giuanìn, te ga el cartelùn sulla Statale. Bràu, Giuanìn!”.

E bravo, Giuanìn! Ingrana, ingrana…

 

Ermanno Accardi